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sabato 30 marzo 2013

AMARANTO MANIA: ma prima o poi dovrà girare...



Una cosa è sicura: tutti i punti che ha ottenuto fino adesso questa squadra sono strameritati. Anzi, alla resa dei conti ci manca anche qualcosa, soprattutto nell'ultimo periodo: vedi i pareggi contro Reggina, Cesena e, ultimo in ordine cronologico, quello ottenuto a Bari. Tre pareggi che potevano essere altrettante vittorie. 
Peccato, perché la classifica sarebbe potuta essere diversa se solo fosse arrivato quello che la squadra avrebbe meritato per quanto dimostrato sul campo.
È un periodo nel quale il destino si compiace di essere beffardo verso gli amaranto: domenica scorsa ci è stato fatto assaporare per lunghi tratti il secondo posto solitario, prima della clamorosa rimonta del Verona con il Crotone; analoga situazione si è verificata in questo giovedì pre-pasquale, in cui al termine del primo tempo il vantaggio sui gialloblù era di tre punti, grazie al nostro vantaggio a Bari e alla contemporanea sconfitta del Verona con il Sassuolo. Ma anche stavolta abbiamo dovuto mandar giù un boccone amarissimo, con il pareggio-beffa subìto a pochi attimi dal termine, dopo pochi minuti che il Verona aveva siglato l'1-1 contro la capolista. Classifica parziale del primo tempo completamente ribaltata e Livorno che deve riaccodarsi al terzo posto. Tra parentesi, chissà come mai il pareggio tra Sassuolo e Verona era nell'aria, annunciato già da molti...
Oltretutto è arrivata anche la vittoria dell'Empoli, che momentaneamente riapre il discorso play-off. Vittoria non priva di ombre, arrivata con un rigore per un fallo di mano che non tiene conto di una vistosa spinta commessa da un giocatore empolese ai danni dell'avversario e grazie all'annullamento di un gol regolare ai danni della Pro Vercelli. Sarà un caso, ma il sospetto che le forze che spingono verso i play-off stiano entrando violentemente in gioco inizia a far capolino...
Dicevamo della sorte non proprio benigna nei confronti del Livorno. Due episodi sono emblematici a riguardo: i due pali colpiti nelle ultime due trasferte, due pali che tolgono quattro punti alla nostra classifica. La fortuna dovrà pur girare prima o poi... 
Nel frattempo teniamoci stretto questo Livorno, che di partita in partita ci regala nuove conferme e nuove certezze, che si appresta a vivere un rush finale di campionato al confine di un sogno. È il momento di dare tutto, compresi noi tifosi, anche se ormai fare appelli per una presenza più massiccia allo stadio sta diventando nauseante, visto che tali appelli cadono puntualmente nel vuoto. E allora è il momento di dare tutto da parte di quelli che ci sono e ci saranno già dal prossimo impegno contro l'Ascoli, perché questi ragazzi lo meritano, lo meritano perché ci hanno ridato qualcosa di essenziale: l'orgoglio. Sosteniamoli quindi, perché una stagione del genere è irripetibile, a prescindere dal suo esito finale. 
Chi sta a casa non sa cosa si perde...



Davide Lanzillo

lunedì 25 marzo 2013

Terrazza Mascagni: regaliamole un sogno!


Bellissima la Terrazza Mascagni!
Il tratto più ambito e conosciuto del lungo mare di Livorno, con lo splendido gazebo, tempio delle passeggiate primaverili ed estive.
Un tratto molto curato della nostra città, uno scorcio da sogno ripreso e immortalato da migliaia di obbiettivi fotografici e videocamere.
Se però, voltiamo le spalle al mare la situazione ci apparirà ben diversa.

AMARANTO MANIA:Una domenica quasi perfetta !!!

Dalla nuova collaborazione con il blog Amaranto nel Cuore.





Che gran bel Livorno. E finalmente vincente, dopo le ultime uscite non proprio fortunatissime. Anche ieri, così come era stato martedì scorso a Cesena, non c'è stata partita: amaranto padroni assoluti del campo, con quella giusta voglia di vincere, senza farsi prendere dalla frenesia di sbloccare a tutti i costi subito il risultato. È cresciuto tanto questo Livorno: è vero, dal punto di vista dei risultati è stato più positivo il girone di andata, ma bisogna tener conto che il girone di ritorno ha tutta un'altra storia, in cui nessuno ti regala più niente e tutti giocano con il coltello tra i denti, dove ogni punto acquista un peso maggiore più ci si avvicina alla fine; è cresciuto però dal punto di vista della sicurezza, della personalità con cui sta in campo. 
Prendiamo ad esempio le due partite disputate contro il Verona: nel match di andata al Picchi si vide un Livorno intimorito, quasi in soggezione psicologica rispetto al blasone degli scaligeri; nella gara del Bentegodi invece abbiamo visto un Livorno autoritario, capace di imporre il proprio gioco su uno dei campi più difficili del campionato. L'autostima e la consapevolezza nei propri mezzi ha subito un'impennata.
Tuttavia la giornata di ieri lascia anche un po' di amaro in bocca: alzi la mano chi sul   2-0 del Crotone a Verona non aveva già pregustato l'idea di riprendersi il secondo posto in solitudine. I calabresi però a quanto pare hanno deciso di rendersi complici dei gialloblù in questo finale di stagione: dopo averci battuto a domicilio qualche settimana fa, si sono resi protagonisti di un clamoroso harakiri, facendosi segnare tre reti in sette minuti. Mah...
Peccato perché poteva essere la giornata perfetta: vittoria del Livorno, sconfitta del Verona e sconfitta dell'Empoli. Già, perché in serata la notizia della sconfitta dell'Empoli nel posticipo con il Bari ha almeno in parte affievolito l'amarezza lasciata dalla clamorosa vittoria della compagine del "caro amico" Mandorlini.
Adesso infatti i punti di vantaggio sulla quarta sono tornati ad essere 10. E cosa significa questo?! Beh, significa che se il torneo finisse in questa situazione sarebbe serie A, con tanti saluti ai play-off e a tutti coloro (televisioni in primis) che tifano per un loro svolgimento. 
In tutto questo però c'è un velo di tristezza: la presenza di pubblico sugli spalti del Picchi. Con il Lanciano non c'erano le classiche scuse utilizzate dagli assenteisti: era domenica, i negozi erano chiusi e la gente non lavorava, eppure allo stadio c'erano le solite 5000 persone. Deprimente. Deprimente se pensiamo da dove sono partiti questi ragazzi e cosa ci stanno regalando; deprimente se pensiamo alla voglia di lottare che ha questa squadra, incarnando più che mai lo spirito di appartenenza; deprimente se pensiamo che nel caso ci dovesse essere da festeggiare la fine il pubblico sugli spalti sarà almeno 2/3 volte più numeroso. 
Già, perché allora sarebbe giusto che a festeggiare ci fossero solo coloro che ci sono sempre stati, che non hanno mai lasciato solo un Livorno così degno di essere sostenuto: unirsi al carro dei vincitori è da perdenti.

Davide Lanzillo

martedì 19 marzo 2013

Amedeo vale oro!

In questo periodo ho scritto di meno,
il motivo è che ero a Milano con la mia ragazza a vedere la mostra organizzata a Palazzo Reale dal nome "Modigliani-Soutine e gli artisti maledetti" e con l'occasione ho visitato anche la città.

Amedeo Modigliani
Non ne avevo certo bisogno, ma in ogni caso ho avuto l'ennesima riconferma di quanto il nostro concittadino sia amato e conosciuto in tutto il mondo.
Nello splendido Palazzo Reale, a pochi passi dal Duomo, vi sono tre mostre: quella dedicata all'Imperatore Romano Costantino, quella di Bob Dylan dedicatosi alla pittura, e quella di Modigliani e di altri artisti bohémien, amici o conoscenti del pittore Livornese.
Sicuramente quella che attirava più interesse è quella degli artisti parigini, (o adottati come tali) una collezione privata che è stata di rado esposta al pubblico e che comprende molti quadri di grandissimo valore.
Su tutti quelli di Modì, ma anche di Soutine, Derain, Kissling, Utrillo, Antcher, Krémègne, H. Epstein, Kikoine, H.Hayden, Ebiche, Jan Waclaw Zawadowki, Valadon, e tanti altri.

Per due giorni son stato nei pressi della mostra, e nonostante fossimo ad inizio settimana (Lunedì e Martedì) la mostra era sempre piena di turisti e avventori.
La gente era visibilmente impressionata dalle opere e dalla vita del nostro concittadino e si affollavano a comprare libri a lui dedicati e altri gadget.

Un artista che in vita non è stato compreso, ma che a Livorno non lo si è fatto nemmeno una volta morto.
Sono profondamente rattristato che si ignori un artista così geniale, che fino all'ultimo sognava di tornare nella sua Livorno che tanto amava.

Importante per la memoria storica e culturale della città, ma anche da un punto di vista economico, è investire sulla figura di Modigliani.
Possibile che non sia stato fatto nulla dall'amministrazione in questi anni per il pittore?
Come mai non si è colta l'occasione della mostra per fare qualche iniziativa in contemporanea, o partecipare in qualche maniera come comune?
Invece a Livorno si continua ad ignorare Amedeo, forse anche per la vicenda delle teste, ma sicuramente complice anche molta ignoranza.

Solo ultimamente si sta facendo avanti la volontà spontanea dei cittadini di dar il giusto peso alla figura del nostro concittadino.
Ad eccezione dello Street Artist Mart , che di Modì ha fatto il suo cavallo di battaglia e il neonato Gruppo Civico La Cariatide (nato appositamente per salvaguardare la sua figura), sempre più spesso si vedono cittadini interessati  a far chiarezza su Dedo. Il sondaggio indetto dal Tirreno, vede una schiacciante preferenza di voti nei confronti di Modigliani, a cui dedicare l'ex PalaAlgida.

Nonostante sia felicissimo e orgoglioso della presa di posizione dei cittadini a favore del pittore, sono assai amareggiato e deluso dal comportamento dell'amministrazione.

L'assessore alla Cultura, interrogato dal giornale, rispondeva  così sulla possibilità di fare qualche evento in favore di Modì:
"Organizzeremo qualche evento, ma certamente si tratterà di qualcosa di modesto, niente di simile alla mostra di Palazzo Reale a Milano o alla passata grande esposizione del Mart di Rovereto. Mostre di quel tipo costano cifre esorbitanti e noi, purtroppo, siamo solo i parenti poveri di un grande personaggio...". Qui l'articolo completo.
La mostra a palazzo reale
Evitando di commentare ulteriormente parole che si spiegano da sole, volevo però aggiungere che quello che manca non sono i soldi, ma la voglia di osare e di rinnovarsi
Per iniziative valide e interessanti, bastano pochi contributi, avvalersi sapientemente dell'associazionismo e del volontariato e comunque si ripagano da sole.


Quante cose si potrebbero fare in proposito? Moltissime, dalle teste false che potrebbero essere rimesse in mostra, all'allestimento di qualche piazza con la sua statua, qualche murales a lui dedicato e strutture interattive che ci raccontano la storia del pittore, allestire una biblioteca specializzata e cineteca dedicata a Modigliani e all'arte.

Come precedentemente detto, sono convintissimo che gli stessi livornesi, se sufficientemente coinvolti in un percorso di studio e organizzazione, parteciperebbero con gran convinzione e interesse.



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E allora lancio io una proposta: attualmente Occhio Livorno, insieme ad un comitato universitario, ha chiesto il finanziamento all'università di Pisa per organizzare un'iniziativa dedicata al Pittore il giorno del suo compleanno, 12 luglio. (iniziativa che sarà vagliata dall'università entro il 29 Marzo).
Una conferenza su Dedo, al cui parteciperanno importanti ospiti e a cui vorremo collegare altri eventi, promossi da chiunque fosse interessato. Abbiamo già contattato Amaranta (la cooperativa che gestisce la Casa Natale di Amedeo) e ci stiamo muovendo per un contest pittorico dedicato alla reinterpretazione dell'arte di Modì, ma ci piacerebbe trasformare tutte queste iniziative in unico festival che possa finalmente gratificare il pittore per quanto ha fatto e continua a fare per la città di Livorno.
E con l'occasione, lanciare una giornata di studio e raccolta d'idee per aiutare la memoria di Modigliani

Che ne pensate?
Volete contribuire anche voi?
Commentate

Ako

venerdì 15 marzo 2013

Associazione Livorno2013, conosciamola !

Se siete frequentatori di Facebook e delle sue varie pagine dedicate a Livorno, non vi sarà di certo sfuggita l'attività di propaganda e pubblicità portata avanti da qualche mese dall'Associazione Livorno2013.
                                                                  L'associazione  ha scelto di riprodurre nel proprio logo il monumento più famoso di Livorno: i Quattro Mori, con i prigionieri che spezzano le catene imposte dal Granduca mediceo Ferdinando e si liberano. Ed proprio perchè incuriosito dall'accattivante logo che ho contatto il gruppo per sapere qualcosa in più di questa nuova associazione che da poco tempo opera a Livorno, dove ha aperto una sede in Piazza Cavallotti. Ho riscontrato molta disponibilità e educazione nel rispondere alle mie richieste, per questo ringrazio l'associazione di cuore. Ma andiamo a conoscerla insieme:

venerdì 8 marzo 2013

Per la Festa della Donna regalatevi una riflessione

Stavolta lascio lo spazio a una mia amica, che vuole esprimere una riflessione (a parer mio molto sensata ) sulla Festa della Donna.


Oggi, 8 Marzo, è la festa della donna. Per questa ricorrenza festeggiare a cena fuori con le amiche è d'obbligo così come è dovere, per mariti/fidanzati/amanti, regalare “un ramo di mimosa”.
Vi siete mai chiesti perché la festa della donna si festeggia proprio l'8 marzo? A tale riguardo vi sono folkloristiche leggende metropolitane per cui in tale giorno si ricorderebbe un incendio avvenuto in una (fantasiosa) fabbrica statunitense in cui persero la vita moltissime donne. Balle! L'origine di tale ricorrenza è prettamente politica e ideologica: trova la sua matrice nelle rivendicazioni delle donne comuniste, trova la sua affermazione nel III congresso dell'internazionale comunista e trae la sua forza, che ancora oggi in parte sentiamo, nelle rivendicazioni delle femministe negli anni '70.
Insomma all'origine di questa ricorrenza non c'è un evento tragico e passivo ma ci sono rivendicazioni, ci sono donne che, attivamente, hanno partecipato, hanno urlato, hanno protestato, hanno preteso ciò che spettava loro.
Generalmente ogni festa ha un simbolo e la Festa della Donna non è da meno: il suo simbolo è la mimosa.
Ogni anno vedo fidanzati e mariti fare a gara per comprare alla propria donzella la mimosa più grande, più bella, con le rose, con i tulipani e chi più ne ha più ne metta. Il primo anno che stavamo insieme chiesi al mio ragazzo il motivo per cui per la Festa della Donna si era presentato a mani vuote. Lui mi rispose “io ti rispetto tutto l'anno, mica solo per la festa della donna”. In assoluto la migliore scusa che avessi mai sentito ma che, tutto sommato, rappresentava un input su cui riflettere. Non è che questa Festa, di cui la mimosa è il simbolo, non era altro che l'ennesimo specchio per le allodole, l'ennesima volta in cui anziché prospettare soluzioni si celebravano simboli?
Per la maggior parte delle ragazze, mie concittadine, con cui ho parlato in questi anni l'Otto marzo è solo una scusa per andare a cena fuori, per trasgredire, per lasciare mariti/fidanzati/amanti a casa. A dir la verità non ci sarebbe nulla di male a vivere una festa con innocente spensieratezza ma la realtà di tutti i giorni è una doccia fredda, che dovrebbe ricordarci che una simile innocenza non possiamo più permettercela.
Noi viviamo in una città rossa, anzi la Città Rossa per eccellenza. Da una amministrazione del genere mi aspetterei scelte politiche ben precise, prime tra tutte, una politica di occupazione giovanile e, ovviamente, una politica delle Pari Opportunità degna di questo nome. Quando parlo di pari opportunità non mi riferisco alle fantomatiche “quote Rosa” né tantomeno faccio riferimento alle pubblicità progresso, quelle in cui, il vip di turno, ricorda a tutti che la violenza sulle donne è deplorevole.
Quando parlo di pari opportunità mi riferisco al concetto fondamentale per cui uomo e donna hanno diritto alle stesse possibilità nella società, nel lavoro e nella famiglia.
Pari Opportunità, nei fatti, significa, ad esempio, liberare la donna dalla scelta tra carriera e famiglia in quanto le si garantisce la possibilità di accedere a dei servizi che le permettono di conciliare entrambe le sfere: una buona amministrazione dovrebbe quindi garantire servizi di asili nido e materne. Dovrebbe. Attualmente non possiamo far altro che prendere atto dell'incapacità dell'amministrazione di far fronte a tutte le richieste presentate per i servizi di asilo.
Pari opportunità, nei fatti, significa promuovere le attività culturali che consentano, a chi è più svantaggiato, come le donne, di dotarsi degli strumenti necessari per spiccare il volo. Sulla carenza delle attività culturali di questa città non mi soffermo neanche: sono presa dallo sconforto ogniqualvolta penso al grande vuoto culturale lasciato dal Teatro Gran Guardia, vuoto colmato da..dei vestiti.
Pari opportunità, nei fatti, significa garantire ai meritevoli, ma privi di mezzi, l'opportunità di riuscire nel loro progetto. Il mio pensiero si rivolge a quella Caterina Falleni, livornese di talento alla quale la provincia di Livorno e la regione Toscana negarono sovvenzioni per la realizzazione del suo progetto, progetto che poi, qualche mese dopo, sarebbe approdato alla NASA.
Non fraintendetemi, non ho scritto questo intervento solo per fare della polemica sterile sulla nostra amministrazione perché in tal caso non farei altro che aggiungermi ad una già lunga lista di critici senza scopo.
Ho scritto questo intervento perché auspico che le giovani livornesi quest'anno celebrino la Festa della Donna con un sapore amaro in bocca, con la consapevolezza che le rivendicazioni per cui festeggiano, che il futuro per cui (non) lottano sono molto incerti. E soprattutto auspico che a tali consapevolezze, a tali prese di coscienza, si uniscano anche i giovani livornesi perché nel caso di Livorno il disagio non è soltanto di genere ma è di generazione. La labronica città è stata infatti definita dal Sole 24 Ore la “maglia nera dei giovani” perché è la città con il tasso di disoccupazione giovanile più alto del Centro Nord.
Un disagio di generazione avvertito da tutti ma di cui pochi discutono nel silenzio generale delle istituzioni e dei diretti interessati che, fatte le dovute eccezioni, prendono questo dato come un fatto, come qualcosa di esistente senza preoccuparsi di capire di chi è la responsabilità, senza preoccuparsi di lottare più di tanto.
Per questo mi auguro che questo 8 marzo rompa l'incantesimo e risvegli il bello e la bella livornese addormentati a Calafuria i quali, una volta ripresi dal lungo sonno, comincino concretamente a lottare, nelle giuste forme e nei luoghi più idonei, per pretendere ciò che spetta loro di diritto.

Auguri a tutte le donne

Minou

giovedì 7 marzo 2013

Speculazione e rovina sul quartiere "La Venezia"


Salve a tutti,
ne avevo sentito parlare ma non volevo crederci e personalmente pensavo fosse solo un attacco politico mosso all'amministrazione, ma a quanto pare è tutto vero!

Ecco come invece diventerà la piazza, notate la Chiesa.
Esatto, il quartiere la Venezia, uno dei più caratteristici e interessanti della città  per la sua particolare architettura e per la presenza dei fossi e di molti locali, sarà presto mira di forti interventi speculatori!
Ma andiamo con ordine:
    Da poche settimane si è dato inizio agli interventi che interesseranno uno dei più vecchi quartieri di Livorno, da quanto si apprende dai giornali, (qui) questa operazione sarà fine alla valorizzazione della zona conosciuta come Piazza Del Luogo Pio.

venerdì 1 marzo 2013

Guerra ai giovani livornesi!

Salve a tutti,
rischierò forse di essere pedante ma oggi voglio affrontare un tema che già altre volte abbiamo trattato, ovvero, quello della tolleranza non nei confronti dell'immigrazione e delle diversità culturali  ma bensì quella diretta nei confronti delle esigenze altrui, in particolare maniera quelle dei giovani, che qui a Livorno sono sistematicamente ignorante e mal sopportate.

Una foto trovata sul web
A mio personalissimo avviso, quindi, non necessariamente giusto,  Livorno è una città intollerante  perché abitata da una popolazione di età abbastanza avanzata. Purtroppo non ho dati alla mano, ma sono sicuro di quanto vado affermando anche alla luce di una mia esperienza personale. Quest'anno ho preso parte come scrutatore alle elezioni politiche appena passate, ed ero assegnato ad un' area piuttosto abitata situata nella circoscrizione 5, quartiere la Rosa.
Nel mio seggio votavano oltre 700 persone e, di queste, meno di venti erano sotto i 25 anni, e comunque poche se si sposta lo sbarramento di età a 30 anni.
A mio avviso questa realtà è simile in tutta Livorno che rimane sorda alle richieste dei più giovani.