Effetti Immagini

lunedì 6 maggio 2013

L'aggravante di non essere italiani

Quando non succede nella nostra città, o nel nostro comune o nella nostra provincia, un fatto eclatante di cronaca nera, anzi nerissima, non ci coinvolge più di tanto. Fuori dal nostro cerchio immaginario bastano un centinaio di chilometri di distanza, un cambio di provincia (anche per pochi metri) e tutti i delitti più efferati, le rapine più incredibili paiono notizie venute da altri pianeti, lontani anni di luce dal nostro mondo ovattato.

La neo Ministra per l'integrazione Cecile Kyenge
Sto esagerando, lo so. E' una provocazione la mia, che muove da un ben noto episodio avvenuto in questi giorni all'interno di quel cerchio che citavo prima: una ragazza di 19 anni uccisa per strangolamento (forse stuprata) e lasciata nel boschetto a pochi metri da dove lavorava, nella tranquilla Castagneto Carducci. I carabinieri non ci hanno messo molto a scovare il colpevole più probabile tra i sospettati: un ragazzo senegalese di 34 anni, con numerosi precedenti alle spalle "per lesioni, furto e danneggiamento". Apriti cielo. Come spesso faccio (senza nessun rispetto per il mio stomaco e per i miei nervi) in casi come questo, che toccano le corde più sensibili della comunità, sono andato a leggermi i commenti ai primi articoli apparsi sulle cronache delle testate online più importanti. "Pena di morte subito", "..la cosa migliore sarebbe la legge del taglione...", "..fuori gli stranieri dalla Toscana..Toscana libera", "..queste persone sarebbero una risorsa per il paese? Via tutti, subito..".
Stiamo parlando di un criminale, di un delinquente che dovrà pagare (se confermata la sua colpevolezza) con l'aggravante della recidività. Ripeto, recidività. Non l'aggravante di essere nero, di essere immigrato, di non essere italiano. Queste non sono colpe che possono aumentare lo sdegno, la tristezza e la rabbia per un crimine tanto brutale; non è una comunità intera ad essere colpevole, è una persona sola. Che venga processata e giudicata la persona che ha commesso il delitto, non il suo status di immigrato, di essere umano con la pelle di un diverso colore.
Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, un ministro del governo è di origini congolesi: Cecyle Kyenge è nata in Congo e a 19 anni è venuta in Italia per avere un futuro. Al momento della sua nomina si sono scatenati i commenti più indecenti: insulti, sberleffi e bassezze di ogni tipo le sono piovute addosso. Io non lo so se la ministra Kyenge saprà fare il suo lavoro e verrà ricordata in maniera positiva: mi piacerebbe, però, che venisse giudicata per quello che farà, se migliorerà o meno le cose come stanno ora in Italia, e non perché semplicemente ha un nome straniero, non è nata a Roma, a Venezia, a Taranto o a Cagliari.

Impegniamoci affinché questa costante, gratuita e inaudita violenza sulle donne finisca al più presto, non preoccupandoci del colore della mano che ha ucciso, cercando di capire le motivazioni di una deriva della nostra società: i genitori di una ragazza uccisa (e magari violentata) da un italiano non vivono meglio di altri.
My Blogger Tricks
blogger templatesblogger tricks

Nessun commento:

Posta un commento