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martedì 11 febbraio 2014

Non ci resta che ridere


Qualche settimana fa "Il Tirreno" ha lanciato un'iniziativa su Facebook che ha riscosso un grandissimo successo: sto ovviamente parlando del gruppo "Sei livornese se...". Scommetto che lo avete notato in tanti, basti pensare agli oltre tredicimila iscritti, si tratta di un gruppo dove si postano pensieri, immagini, barzellette, ricordi, curiosità e tanto altro, che vede la partecipazione di moltissimi livornesi e che oltre ai tanti commenti positivi ha attirato anche diverse critiche.
C'è chi ha storto il naso per le troppe banalità e i luoghi comuni che vi compaiono, c'è chi si è lamentato di tanto attivismo per un gruppo frivolo soprattutto adesso che siamo alle soglie delle nuove elezioni (e né un programma o un' idea sono uscite per il rilancio di una nuova Livorno). Il gruppo in effetti trasuda lo spirito livornese, quello godereccio, narcisista, spensierato che glorifica la propria città ma ne ignora i tanti e seri problemi. Qualunque sia la vostra opinione, credo che tutti abbiate notato ciò che è emerso da qui: la famosa ironia livornese, quella voglia di scherzare genuinamente su tutto e di non prendersi mai sul serio che caratterizza tanto il popolo labronico, il quale ne è certo consapevole e allora, perchè non valorizzare questo aspetto della città?
Ricorderete certamente il botta e risposta fra il regista Paolo Virzì e il sindaco di Livorno Cosimi, che aveva preso sul serio una battuta del regista di organizzare un festival del cinema in città. Cosimi non cogliendo l'ironia aveva accettato con una lettera pubblica e formale, convinto che un festival avrebbe certamente giovato alla città.  E' evidente che Livorno con il suo unico cinema aperto non è lo scenario ideale per un festival del cinema, invece un festival sull' Umorismo e l'Ironia appare sicuramente più adatto. Nella città dove lo scherzo è quasi istituzionalizzato, basti pensare alla Burla delle false Teste di Modigliani, agli sfottò contro Pisa ( fra tutti le galline con sciarpa del pisa gettate in campo ad uno storico derby), all'incancellabile Puccio Sterza, alla satira del writer Zeb, e tanti altri ancora.
Perchè non coltivare quindi il progetto di un grande festival dedicato ad Umorismo e Ironia, chiedendo magari la collaborazione di artisti e comici affermati livornesi, come MigoneRuffini (e il Nido del Cuculo), il giornale satirico Vernacoliere, Borzacchini, ma anche i comici Marmugi e Crestacci, o ancora il pittore e vignettista Fremura, e chissà quanti ne dimentico.
Un evento che potrebbe diventare caratteristico della città e famoso anche a livello nazionale.


Ma le idee da sviluppare potrebbero essere tante altre. Ad esempio, a Milano grazie all'iniziativa di alcuni esercenti è nata una simpaticissima iniziativa: Porta Ticinese è stata ribattezzata via dell'Ironia.
La via è stata quindi colorata e animata con targhe simpatiche come "Leccasi" nella vetrina del gelataio, "Vedesi"in quella dell'ottico, con barzellette in milanese e citazioni sui muri delle attività e dentro le vetrine, murales dedicati a personaggi famosi "De Andre, Grillo, Don Gallo,...", e molte altre iniziative  che hanno riscosso subito un gran successo. QUI per approfondire
Pensate se anche noi rielaborassimo questa idea per animare qualche parte del centro cittadino, immaginate una via con detti e barzellette livornesi (magari anche in inglese), con illustrazioni goliardiche.
E volendo sognare, perchè non allestire un piccolo museo dell'umorismo e della burla dove esporci le locandine del Vernacoliere, ma anche con un percorso che illustri le vicende più buffe cittadine, i personaggi, e le iniziative di un popolo che non è mai stanco di scherzare? In un percorso del genere, non sarebbe nemmeno troppo imbarazzante esporre le false teste di Modigliani.
    
Quelle elencate sopra sono poche e semplici idee ma davvero si potrebbe studiare qualche iniziativa in tal senso per animare e colorare la città. Anche perchè se teniamo inespressa questa nostra potenzialità di popolo ironico e divertente, così forte, si rischia di passare come al solito come quelli boriosi e bravi a celebrarsi, ma mai capaci di mettersi in gioco

           

Regaliamoci un sorriso
Ako

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