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lunedì 8 settembre 2014

Turismo a Livorno, che esperienza!



Grazie anche alle recenti elezioni comunali, a Livorno si è riaccesa l'attenzione per un argomento quasi dimenticato negli anni passati: il turismo. Durante la campagna elettorale ho letto in alcune interviste dei candidati sindaci delle opinioni decisamente discutibili riguardo al turismo a Livorno, dettate da visioni antiquate e forse un po' troppo diffuse.Le esigenze del viaggiatore oggi sono molto diverse e il turismo ha bisogno di essere pensato e progettato, non può essere lasciato a se stesso come una barca in balia delle onde. E Livorno? Può diventare una città competitiva?



Il turismo dei  giorni nostri è molto diverso dall'ormai sorpassato turismo di massa: si tratta di un turismo globale, sia dal lato dell'offerta che della domanda, infatti i turisti provengono da tutti i Paesi del mondo, o quasi, ed anche lo scenario delle destinazioni si è molto arricchito con l'ingresso nel mercato turistico di nazioni emergenti.  Per questo motivo una destinazione per essere competitiva oggi deve proporre un'offerta unica, originale, inimitabile ed autentica. Il viaggiatore contemporaneo non si accontenta più di visitare una città, vuole farne esperienza, conoscerla, capirla, vuole insomma viverla. Ma come possiamo trasformare Livorno per le nuove esigenze dei viaggiatori, e fare in modo che i cittadini abbiano una città bella da vivere? La città ha bisogno di re-immaginarsi e valorizzarsi per ciò che è e per ciò che è stata, attraverso un progetto definito, concreto, condiviso con tutti gli operatori del territorio e partecipato.

Ora come ora il turista è alla ricerca di emozioni, di situazioni che intervengano nella realizzazione del sé e della propria posizione sociale, sente il bisogno di autenticità e unicità, che portano al rifiuto di servizi standardizzati. Ma se la destinazione è ancora ad uno stato retrogrado dell'offerta e non è ancora in grado di organizzarsi, credo fermamente che anche delle piccole iniziative private possano fare la differenza. Un piccolo esempio estero: quest'estate ho visitato Berlino e ho partecipato ad uno “street art tour” organizzato da una realtà privata, che già di per sé rappresenta un momento diverso dalle classiche visite guidate ai monumenti fondamentali della città, che soddisfa così anche le esigenze di un target di turisti non standardizzato; inoltre il tour prevedeva un workshop, nel quale abbiamo realizzato noi stessi il nostro souvenir, vivendo così un'esperienza che non si prova invece comprando la classica calamita della città al primo negozio che capita.
La partecipazione è un punto fondamentale nel turismo contemporaneo, che crea momenti unici e memorabili.

Mi è capitato di osservare piccoli gruppi di turisti in visita al Mercato Centrale: una rapida occhiata all'interno, una tappa al bar per dissetarsi e via verso l'uscita. Il Mercato ha la fortuna di racchiudere in un unico spazio la vera essenza livornese, perché non farne godere un po' anche i turisti? Basterebbe poco, come offrire piccoli assaggi di cibo livornese e toscano, di cibo kosher che rappresenta la storia livornese con una forte componente ebraica. Questi piccoli dettagli rappresentano la cultura dell'accoglienza, l'attenzione ai turisti e la voglia di renderli partecipi di ciò che rende noi unici.  Spero che nasca, e se esiste già mi scuso per la disinformazione, qualche realtà che crei realmente “un'esperienza livornese”; il turismo enogastronomico per esempio si presta molto bene alla realizzazione di esperienze: far vedere come nasce un piatto e magari far partecipare i turisti alla preparazione, tenendo conto che ci possono essere gradi diversi di partecipazione, dall'osservare fino alla realizzazione vera e propria (i ristoranti giapponesi in questo senso sono molto più “esperienziali”). Un'altra idea sarebbe quella di far vivere ai turisti una vera esperienza di pesca livornese, come già succede in molti villaggi in isole tropicali dove i clienti pescano loro stessi il pesce che verrà poi servito a cena, dando così un valore, quasi sentimentale alle due azioni, e rendendo la cena memorabile rispetto alle altre.

Ci sarebbero poi altri problemi da affrontare, per esempio, la comunicazione dell'identità cittadina. Uno strumento di marketing che diverse città hanno utilizzato per riqualificarsi agli occhi esterni è il destination placement. Si tratta di uno strumento che in alcuni casi ha portato a risultati molto positivi: la città viene inserita in una produzione cinematografica, facendola diventare quasi una protagonista del film, valorizzando e intensificando la propria immagine, definendo un'identità e facendo conoscere la città in modo da aumentare i flussi turistici di viaggiatori, sia incuriositi di visitare la location, sia invogliati a scoprire la zona con tutte le proprie caratteristiche. Attraverso la comunicazione tramite film è possibile evitare i lati negativi della pubblicità tradizionale (perdita di attenzione, zapping, eccesso di stimoli, poco differenziazione e così via). Un esempio eclatante è rappresentato da Bergues, location di “Giù al Nord”, cittadina francese semisconosciuta che, grazie al film, ha visto arrivare migliaia di turisti, ma anche l'italiana Matera attraverso il film “la Passione”, e gli esempi sarebbero davvero molti. Credo che “Ovosodo”, “La prima cosa bella” ed altri, come i cortometraggi di Luca Dal Canto, abbiano rappresentato una grossa opportunità per Livorno che però non credo abbia saputo sfruttare al meglio.















Per una corretta progettazione della destinazione turistica bisognerebbe tenere conto delle peculiarità che la caratterizzano e che la rendono unica agli occhi dei viaggiatori. Il processo di creazione della destinazione non può prescindere dal coinvolgimento di esperti del settore. Leggendo il programma e le interviste dall'allora candidato sindaco Nogarin sembra che ci sia la volontà di dare una svolta al turismo livornese cogliendo le opportunità che può offrire alla città, nel frattempo, credo fermamente che i cittadini abbiano davvero la possibilità di creare piccole iniziative vincenti.  Green Bike e Ca' Moro-Social Bateau rappresentano un calzante esempio di quello che intendo: modi alternativi ed esperienziali di vivere Livorno, che possono concretamente fare la differenza. Non lasciatevi scoraggiare dalla burocrazia e dalle difficoltà, date spazio alla creatività tipica livornese e anche la città ve ne sarà grata! #justdoit

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