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domenica 30 novembre 2014

"Mi scusi, è già passato l'uno?". Livorno Linea 1, un viaggio fotografico alla scoperta della città.


Domenica. Novembre. Livorno. Al suono di queste tre parole alcuni di voi avranno già staccato gli occhi dallo schermo; altri avranno indossato il primo pigiama di pile e si saranno accovacciati sotto le coperte; altri ancora avranno le ginocchia tra le braccia e si staranno dondolando in un angolo con gli occhi spalancati. Conosco benissimo questi stati d'animo, ma credetemi quando vi dico che sono solo perdite di tempo.



Domenica 23 novembre, infatti, ho abbandonato l'accogliente nido casalingo e, armata di buone intenzioni, cappotto pesante e macchina fotografica, mi sono diretta al nostro sottovalutato lungomare labronico che, come sempre, non mi ha deluso. All'interno del Meeting & Conference Center Palazzo Pancaldi, infatti, alle 16, ha avuto luogo la presentazione dell'ultimo lavoro fotografico del famigerato, operatore “livornese”, Luigi Angelica: il volume “Livorno Linea 1”, con più di 100 scatti realizzati nella nostra bella città.

Per coloro che non avessero avuto il piacere di conoscere questo artista dell' “eternizzazione temporale”, dovete sapere che Luigi Angelica è lucchese di nascita e che ha visto quindi nella nostra città un qualche potenziale, tanto da aprirci uno studio nel 1971, in Via De Sanctis 34.
Angelica impara l'arte della camera oscura negli anni Sessanta, un periodo di assidui avvenimenti mondani, soprattutto a Castiglioncello, per la presenza dei grandi nomi dello spettacolo e del cinema che egli immortala in qualità di photoreporter. Dopo aver vissuto qualche anno a Milano dove ha preso contatto con il Circolo Fotografico Milanese, decide di ritornare a Livorno per aprire il suo studio fotografico, il “comune più magnetico di Italia” come lo descrive il fotografo. La sua carriera oscilla tra corsi di specializzazione in giro per l'Europa, insegnamento di fotografia nelle scuole e redazione di articoli di tecnica fotografica su riviste specializzate. Con il suo curriculum e i suoi lavori, nel 2002 riceve, finalmente, la Qualifica Italiana ed Europea di fotografo professionista, in occasione del Congresso Mondiale della Fotografia di Orvieto.
Insomma, Luigi Angelica ci ammalia, ci irretisce ormai da più di quarant'anni con i suoi scatti, con i suoi lavori monografici (“Dal Pediatra”, “Paesaggi toscani”, “La mia Africa”, “Cuba”, “Sguardi: volti e figure del mondo arabo”, “Rocce di Calafuria”, “Livorno Consueto e Insolito: La Costa”, “Livorno Consueto e Insolito: La Venezia”, “Livorno Il Porto dei Porti”(vol. 1 e 2)), raccontandoci storie di oggi e di ieri, sospeso tra terra e mare per rendere merito, soprattutto, alla sua, alla nostra città “delle meraviglie”, costantemente e diligentemente accompagnato dalla sua musa ispiratrice e perfetta collaboratrice, Ingrid Peckmann.
Ad oggi, rendere merito a questa sua ultima opera è senza dubbio d'obbligo, soprattutto perché è stato lui il primo che ha reso omaggio a noi  labronici, coinvolgendoci nei suoi scatti per tutti questi anni.
Il progetto “LivornoLinea 1” nasce sotto forma di racconto, una storia che narra le vicissitudini dei cittadini, tra le bellezze di Livorno, che utilizzano il mezzo di trasporto pubblico più sfruttato per recarsi a fare la spesa al Mercato delle Vettovaglie, per passeggiare nel centro della città tra le cementificazioni di Piazza Grande, per un aperitivo alle baracchine, per andare allo stadio, all'ippodromo, ai Tre Ponti, al Moletto di Antignano fino al belvedere di Montenero. Insomma, il fotografo ci regala una selezione dei suoi scatti più significativi, alacremente lavorati in post produzione, armonizzati in un gioco di movimenti e di cromature, enfatizzato dalla costante presenza di personaggi caratteristici, architetture e bellezze che conosciamo molto bene. Luigi Angelica vuole mostrarci la sua percezione, il modo in cui egli utilizza il mezzo fotografico, donandoci la consapevolezza che il suo è semplicemente un punto di vista tra i tanti, dimostrandoci che chiunque può fotografare, che ognuno può scorgere un attimo, una sensazione, un sussulto; basta avere il mezzo adatto: lo sguardo o una lente fotografica.


Alla presentazione, oltre all'autore, sono intervenuti Nicola Perullo (assessore al Turismo e Sport del Comune di Livorno), Maria Lia Papi (Archivio di Stato) i cui testi sono stati interpretati da Luca e Sara Dieci in un reading, Nicola Miceli (critico d'arte), Mauro Zucchelli (giornalista) e Massimo Bassano (fotogiornalista della National Geographic). In questo senso, ci tenevo a concludere questo mio scritto con un aneddoto raccontato proprio sul finale da Massimo Bassano:

"Quando avevo 14 anni andavo a scuola e la scuola era distante 5 km. Facevo l'Istituto Nautico. Livorno sa bene che cos'è. Mia mamma mi dava 100 lire al giorno: 50 lire al biglietto di andata e 50 lire al biglietto di ritorno. Un autobus che non ho mai preso. Ho sempre messo in tasca le 100 lire e, all'età di 15 anni, mi sono pagato il biglietto del treno per venire a Livorno a frequentare i corsi dell'Accademia Navale, i corsi di vela [...]. È stata la mia prima vera fuga da casa: Livorno. Per cui sono legato per sempre a questa città. C'ero il 10 aprile 1991, tristissimo 10 aprile 1991 con le fiamme sul mare, e ci sono tornato diverse volte, anche a fotografare [...]. Per cui sono chiaramente legato a questa città, in cui sono tornato più spesso nell'enormità del pianeta, perchè fotografo il mondo, come diceva Luigi. E credo in una cosa, quell'autobus che non ho mai preso, vi garantisco che è il miglior modo di viaggiare". 

Giulia


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