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giovedì 26 febbraio 2015

L'uomo ombra del Centenario. La nostra intervista ad Alessandro Favilli.

Il marchio ideato da Favilli e Discalzi
Sono passati 10 giorni e la festa per il Centenario è andata in archivio. Sul palco del PalaModì hanno sfilato vecchie glorie, nuovi idoli, ex allenatori, presidenti, ma soprattutto un ottimo numero di tifosi ed appassionati, vogliosi di festeggiare quello che è stato un traguardo storico per la società amaranto e per la città intera. Ci sono due persone, però, che sul palco si sono viste poco, sono rimaste nell'ombra: sono Alessandro Favilli e Fabio Discalzi, i veri artefici di questa kermesse. Occhio Livorno ha incontrato il primo, tirandone fuori un' interessante intervista.


Il primo approccio con Alessandro Favilli è telefonico. Dentro di me penso che sarebbe bello poterlo incontrare, vedere dove lavora, ma ovviamente mi rimetto ai suoi impegni lavorativi. Favilli è da subito molto gentile e, come speravo, mi invita per la mattina successiva nel suo ufficio al Picchianti, dal quale gestisce un'agenzia di "ricerca pubblicitaria e organizzazione di eventi".
" Io e il mio socio (Discalzi, non presente al nostro colloquio, n.d.r.) siamo veramente contenti di come si sono svolti questi 3 giorni di festeggiamenti. È stata dura, ma l'abbiamo portata a termine!"

In che rapporto eravate con la società Livorno calcio?
Ho lavorato con il Livorno per circa 10 anni, come collaboratore esterno, mentre Discalzi era interno all'organigramma societario, come responsabile marketing, già prima dell'avvento di Spinelli. La società, poi, ha preso altre strade, ma dopo aver lavorato alla festa per i 90 anni, il nostro obiettivo è sempre stato l'organizzazione del Centenario.

E così è stato.
Il Livorno Calcio ha dato mandato ai club amaranto di organizzare il Centenario, i quali si sono poi rivolti a noi, conoscendo le competenze e l'amore che abbiamo da sempre per questa maglia: ci tengo a sottolinearlo, questo è anche un servizio che noi abbiamo fatto alla città di Livorno. Orgogliosi di questo compito, ci siamo messi alacremente a lavoro, facendo partire la "macchina del Centenario" l'estate scorsa.

Quali sono stati i passaggi fondamentali per organizzare una tale manifestazione?
La squadra sul palco del Palamodì
Il primo passaggio fondamentale è stata la creazione di un marchio, che è stato accettato sia dalla società sia dai club organizzati. Abbiamo poi buttato giù una bozza di programma con la proficua collaborazione dei ragazzi della Curva Nord. Il marchio, poi, lo abbiamo utilizzato per creare una linea per il merchandising, che spero riusciremo a sfruttare fino alla fine del 2015; prodotti come felpe, magliette, gadget vari ci hanno permesso di coprire, insieme ovviamente all'apporto fondamentale di alcuni grossi sponsor, le ingenti spese che abbiamo dovuto sostenere. Il punto focale della manifestazione, oltre agli ospiti, è stato sicuramente il Museo storico, per l'allestimento del quale non posso far a meno di ringraziare il Club Magnozzi in primis, che ci ha fornito delle bellissime foto e addirittura la maglia di Magnozzi del '35, e una persona squisita come Ivano Falchini, grande appassionato e collezionista che ha messo a disposizione e in esposizione una buona parte delle sue magliette!

Un grande aiuto penso sia arrivato anche da TeleGranducato.
Granducato, soprattutto nella persona di Luca Salvetti, ha sposato la causa al 100%, mettendo a disposizione tutte le immagini e i video di archivio relativi alle partite del Livorno. Sono loro la televisione di riferimento per il Livorno, da anni, e non si poteva certo farne a meno. Una collaborazione siamo riusciti ad ottenerla anche con il Corriere dello Sport, che in maniera molto professionale ha pubblicato per una decina di giorni le foto storiche della squadra. Inoltre non posso non citare l'aiuto che ci ha fornito Fabrizio Pucci (giornalista de Il Tirreno, n.d.r.) nell'organizzare l'evento con le scuole calcio. Avevamo, con Fabio, l'idea che i piccoli calciatori livornesi dovessero essere "educati" alla storia del Livorno: e così siamo riusciti anche nell'intento di dedicare una mattinata a questa causa.

Torniamo un attimo alla questione del merchandising: salta all'occhio di tutti la mancanza di uno shop ufficiale del Livorno calcio.
Alcuni dei prodotti con il marchio del Centenario
Quando Fabio Discalzi era all'interno della società e io collaboravo da esterno, il nostro punto di riferimento per la vendita dei prodotti del Livorno calcio era il negozio Baldi, dove riuscimmo ad intavolare una proficua collaborazione. Alternativi a Baldi, comunque, avevamo 28 punti che vendevano i nostri prodotti. Purtroppo a Livorno manca un po' la cultura dell' "avere la maglia": in altri stadi, nei vari settori, si vedono tutte le domeniche i tifosi di casa con la maglia ufficiale della propria squadra. Cosa che a Livorno succede raramente, perché non si trova chi vende le maglie. Marketing e merchandising sono voci che sono al primo posto nei programmi delle società di calcio moderne, perché fanno sempre incrementare i guadagni. Comunque quando noi ci siamo riavvicinati a questo mercato, dopo aver creato il marchio del Centenario, lo abbiamo fatto in punta di piedi. Siamo partiti con l'oggettistica, in quantità moderata, per sondare il terreno; abbiamo trovato nell'Ipercoop, nell'edicola Lemmi, in Maggini Sport e nella cartoleria Bonatti, luoghi dove poter vendere i nostri prodotti, riscontrando l'apprezzamento della città, anche perché era tanto che non si trovavano prodotti legati alla squadra. Il successo è stato tanto grande, quanto inaspettato. E non finisce qui, perché i soldi guadagnati saranno reinvestiti. Ti posso preannunciare che ho già ordinato indumenti primaverili e estivi con il logo del Centenario, affinché la vendita continui, almeno fino al 31 dicembre.

Direi che ci sono i presupposti per un "richiamo in servizio" da parte di Spinelli. Sareste disponibili?
Con il Centenario si è innescato un meccanismo. I livornesi, a mio parere, si sono riabituati a trovare su piazza tutta una serie di prodotti con il marchio del Livorno e senza falsa modestia, questo è in parte anche merito del nostro lavoro. Quindi, sì, a chi non farebbe piacere poter tornare a collaborare con il Livorno? D'altra parte siamo ben consapevoli che la società ha un contratto pluriennale con un'altra agenzia. Vedremo in futuro.

Un'ultima domanda relativa ad una questione che a noi di Occhio Livorno sta particolarmente a cuore: la creazione di un Museo dello Sport permanente, crede sia possibile un'iniziativa del genere?
Una parte del Museo allestito al Palamodì
Senza pensarci due volte, sarebbe davvero bello. Livorno è una città che ha espresso e continua ad esprimere eccellenze in vari settori dello sport. Da parte nostra, in quanto uomini di calcio, ci piacerebbe realizzare il progetto di un museo permanente dedicato alla storia del Livorno Calcio. Ne abbiamo parlato anche con l'assessore Perullo, vedremo; credo che il problema principale sia la location in quanto il luogo più adatto, come accade per molte altre squadre, sarebbe lo stadio che però, purtroppo, in questo momento non sarebbe sicuramente in grado di accoglierlo.


                                                                                                                
       

                                                                                                                  Alessandro Paroli
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