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venerdì 18 novembre 2016

1926 - Paul Klee all'Elba

Dal 10 al 31 ottobre nella Saletta dei Cristalli di San Piero in Campo, si è tenuta un'esposizione sul soggiorno elbano dell'artista Klee. Siamo andati a vederla e questo è ciò che ne pensiamo.


L'Elba è un'isola di cui spesso e volentieri si conosce solo l'incantevole mare, ma se, come spesso accade, andiamo oltre, scopriamo un mondo ricco di arte e di storia.
Proprio di arte ci troviamo qui a parlare, aspetto dell'isola appunto poco conosciuto ma sempre attivo, che non tralascia di ricordare il passaggio degli artisti venuti ad ammirare l'Elba in anni meno recenti.
In particolare l'associazione Le Macinelle di San Piero ha riproposto gratuitamente, con un'installazione fotografica di Giampiero Palmieri, un'esposizione della documentazione sul soggiorno dell'artista Paul Klee all'Elba, già mostrata nel 2012-13 in cui partecipò l'Associazione culturale ArteElba e furono organizzati diversi incontri su Klee e l'Isola.
Quest'anno invece ad anticipare la mostra è stato un incontro nella piazza sanpierese con l'artista Italo Bolano e Giampiero Palmieri, intitolato “Le origini dell'astrattismo: Kandinsky e Klee”.
La Fortezza sulla scogliera, 1927 acquarello
L'esposizione è stata molto interessante: inquadrato l'artista con un accenno biografico, si passa ad alcune documentazioni personali rinvenute del suo soggiorno elbano.
Paul Klee, nasce a Berna nel 1879 da una famiglia di musicisti, elemento non secondario per la sua formazione anche come pittore. L'artista affrontò già nei primi anni del '900 un viaggio in Italia che lo avvicinò all'arte dei “primitivi”, intendendo con questo termine gli artisti medievali precedenti a Masaccio e Donatello, e quindi un interesse per forme espressive più arcaiche. Nel 1912 aderisce al Cavaliere Azzurro, ma pur condividendo l'aspirazione di Kandinskij per la spiritualità e l'astrattismo, intraprende una strada diversa, che annuncia in una relazione a Jena nel 1924, quando già insegnava al Bauhaus: compito dell'artista non è più rappresentare i fenomeni naturali così come li vediamo, ma risalire alla loro genesi, per reinventarli oltre “la definitezza delle forme”.

Negli anni Venti - inizio Trenta, Klee conduce una ricerca in cui l'astrazione non si distacca mai definitivamente dal dato figurativo, che vediamo sempre affiorare in elementi descrittivi, che vengono spesso ripresi dagli stessi titoli, collegandoci al pensiero, al dato naturale che ha dato origine all'opera; lo stesso Klee: “Io sono un astratto con qualche ricordo”.
Ed è proprio in questo periodo che l'artista intraprende un nuovo viaggio in Italia nel 1926.
Come ci mostra l'esposizione, in questo momento l'artista non teneva più un diario costante: abbiamo quindi solo brevi appunti che testimoniano, ad esempio, la partenza da Livorno per Portoferraio, e quindi Villa Ottone, il 9 settembre 1926, con relativa fotografia dell'artista sul piroscafo Guerrazzi, in tragitto tra Cavo e Nisportino.
Emerge da questi stessi appunti il suo interesse per la natura e il territorio, con la visita a Santo Stefano alle Trane o l'appunto sullo scorfano rosso, o ancora il foglio d'erbario con erba raccolta all'Elba che Klee presserà nel 1931.
Cartoline, mulattiere elbane percorse, vengono presentate con descrizioni attente e fotografie di riferimento, per permettere allo spettatore di capire e confermare con documenti visivi ciò che ha letto.

Interessante è anche la parte più strettamente legata alla figura dell'artista e cioè le opere.
Le opere che Klee realizza dell'Elba sono circa una decina, qui (ovviamente presentate in copie) vengono titolate e descritte e messe in relazione al soggetto reale, del quale spesso viene dato un accenno storico, mostrando un continuo raffronto con il dato naturale che viene sempre percepito. Questo avviene non solo per le opere più significative ma anche per alcuni schizzi, in particolare per un paesaggio, il quale tramite alcune misurazioni, visibili sul disegno, è stato possibile riconoscere nel panorama che possiamo ammirare ancor oggi da Rio nell'Elba.
La visita è stata breve, ma ci ha piacevolmente colpito per la sua ricchezza di documenti non sempre facilmente recuperabili o addirittura esistenti.

Vi lascio con degli estratti degli appunti dell'artista presenti in mostra.
“In alto i due borghi più caratteristici dell'Elba, San Piero e Sant'Ilario. Che sguardo. Radicati alla roccia aspra. Immobilizzati come da un fenomeno di pietrificazione. Le case grigie di forma cubica appaiono generate dalla montagna di granito.”
Due settimane ho trascorso sulla più bella isola del mondo. Che pace ora del Golfo di Portoferraio. Adesso conosco il silenzio delle coste dell'Elba, ove non solo suona altra voce che quella del vento e del mare.”

Giada Carion


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